Oggi in gran parte restaurato e riconvertito, si presentava alla fine degli anni Settanta come l’esito delle numerose stratificazioni attuate sui preesistenti stabilimenti industriali a partire dai primi decenni del XIX secolo.
Sul luogo della futura cartiera, sulle due rive del fiume, esistevano all’inizio dell’Ottocento due mulini, che furono acquistati dall’imprenditore francese Roessinger per impiantarvi un lanificio ed una fabbrica per la produzione di pasta di legno. Alla sua morte, gli eredi convertirono il lanificio in cartiera. Nella Statistica industriale del 1899, la fabbrica veniva annoverata tra gli stabilimenti più meccanizzati, grazie agli impianti all’avanguardia e al motore ad energia idraulica, del quale era dotata. La crisi postunitaria, conseguente alla fine del protezionismo statale, investì anche la fabbrica di Roessinger, che – lesionata e in parte distrutta dal sisma del 1915 – venne venduta nel 1922 a Emilio Boimond junior, ricchissimo imprenditore che intraprese la ricostruzione del complesso e lo dotò di nuovi impianti. Lo stabilimento fu allora dotato di una “macchina continua” lunga 60 m e larga 3 m.
In piena espansione fino alla seconda guerra mondiale, la “Boimond” era tra le fabbriche più importanti della Media Valle del Liri, seconda solo agli impianti della Società delle Cartiere Meridionali.